Nel borgo di Taviano si aprono le porte della tradizione con una manifestazione che invita a fermarsi, respirare e guardare oltre la superficie: la Fiera della Cappeddha. Le vie principali si animano di bancarelle e artigiani figuli, capaci di trasformare argilla e fuoco in oggetti che parlano di radici e di memoria.
La ceramica, si racconta, è più di un mestiere: è linguaggio che attraversa generazioni. Ai piedi della “Cappaddhuzza” — la piccola cappella dal nome diventato simbolo — la fiera intreccia devozione e mercato, richiamando visitatori con la forza della tradizione.
Durante l’evento, il centro storico diventa un grande laboratorio a cielo aperto. Tra gli stand si incontrano manufatti unici, fischietti decorativi, anfore che richiamano la civiltà messapica, affiancati da espositori di antiquariato, mobili e complementi d’arredo: un mix sorprendente di artigianato, estetica e storia locale.
Non manca la dimensione conviviale: stand gastronomici propongono dolci locali, piatti tradizionali, mentre l’atmosfera si fa vibrante con musica, laboratori e momenti per famiglie. La fiera non è solo affare ma incontro, dialogo tra chi vive il paese e chi lo scopre per la prima volta.
Partecipare alla Fiera della Cappeddha significa lasciarsi guidare dal ritmo lento della terra e delle mani che modellano. Significa camminare in una festa fatta di memoria, creatività e sguardi curiosi che scoprono come la tradizione può diventare spettacolo quotidiano.